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Città dell'Eparchia di Piana degli Albanesi nella provincia di Palermo |
È il centro più importante e noto degli albanesi di Sicilia, nonché il più grande stanziamento arbëresh, dove da secoli risiede storicamente la più popolosa comunità albanese d'Italia. Denominata fino al 1941 Piana dei Greci per il rito greco-bizantino professato dai suoi abitanti, è sede vescovile dell'Eparchia di Piana degli Albanesi, circoscrizione della Chiesa italo-albanese, la cui giurisdizione si estende su tutte le chiese insulari di rito orientale.
Immersi nel clima di convivenza tra diverse etnie, a Piana degli Albanesi, Contessa Entellina, Santa Cristina Gela, Mezzojuso e Palazzo Adriano i riti pasquali sono caratterizzati dalla solennità e dalla magnificenza delle celebrazioni che si sono tramandate nei secoli, mantenendo inalterato tutto il loro fascino.
La chiesa di Piana degli Albanesi, cristiana e cattolica, si distingue per il rito greco-bizantino. Nelle celebrazioni liturgiche vengono utilizzate sia la lingua greca che la lingua albanese. Il rito, solenne e ricco di simbolismi, deriva dalle sacre liturgie scritte dai padri della Chiesa greca S. Basilio e S. Giovanni Crisostomo.
I riti pasquali a Piana degli Albanesi sono molto suggestivi. Chiaro è il forte legame con l'antica appartenenza all'etnia e alla tradizione albanese, perpetuata anche nella vita di tutti i giorni, nei rituali religiosi e nella lingua.
Qui da più di 500 anni si conservano gelosamente le peculiarità etniche, linguistiche, culturali e religiose d'origine. Gli abitanti di Piana degli Albanesi, grazie alla loro tenacia e alle proprie istituzioni culturali e religiose, nel corso dei secoli hanno mantenuto inalterata la propria identità e le proprie radici culturali quali gli usi, le tradizioni, i caratteristici costumi femminili riccamente ricamati, la lingua albanese e il Rito Bizantino.
Le manifestazioni religiose bizantine raggiungono il loro culmine nella celebrazione della Grande e Santa Settimana (Java e Madhe), evento religioso di fortissima spiritualità, il più grande avvenimento del calendario ortodosso. In essa, infatti, trova giustificazione tutto il discorso escatologico e ogni motivo di speranza, come canta il famoso inno del "Christos Anésti" - "Krishti u ngjall" (Cristo è risorto).
Varia la Liturgia delle Ore, l'amministrazione dei Sacramenti (i Misteri), la Liturgia Divina, che ha due antichissimi formulari risalenti a S. Giovanni Crisostomo e a S. Basilio il Grande. Gli Uffici divini diventano più lunghi e solenni, intense letture si alternano al canto dei salmi, prostrazioni profonde allo stare in piedi, colori rossi e violacei sostituiscono nei paramenti quelli dorati.
In questo contesto tutto ha un significato: i gesti, i canti, le processioni, i fiori, i profumi, gli incensi. Tutto si armonizza e concorre a celebrare l'unico Signore che muore e risorge per tutta la Chiesa.
La Grande e Santa Settimana (Java e Madhe) a Piana degli Albanesi inizia il Venerdì di Passione con il Canto di Lazzaro (Kënga e Lazërit).
La Domenica delle Palme (E Diellja e Rromollidhet) si svolge la tradizionale Benedizione delle Palme.
I riti più importanti del Grande e Santo Giovedì (E Intjtja e Madhe) sono la S. Messa "in Coena Domini" e la "Lavanda dei piedi".
Il Grande e Santo Venerdì (E Prëmtja e Madhe) le celebrazioni in chiesa iniziano dal mattino, mentre la sera esce la processione del Cristo Morto.
Al termine del Grande e Santo Sabato (E Shtunia e Madhe) il canto del "Christós Anésti" annunzia la Resurrezione di Cristo; segue quindi la Grande e Santa Domenica di Pasqua con il corteo delle donne e le uova rosse.
- Testo a cura del dott. Francesco Stanzione, sulla base di informazioni tratte dal web.
- Foto tratte dal web.